Ernesto Lamagna - Lo scultore degli Angeli




Cover : Home : Florilegio : Paul Poupard
 

Io sono la porta: se uno entra attraverso di me sarà salvo; entrerà ed uscirà e troverà pascolo. io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza. (Gv 10, 9-10)

Con grande gioia ho accolto l'invito a presentare questo volume, che illustra l'opera scultorea del Maestro Ernesto Lamagna, Membro Ordinario della Pontifìcia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon, realizzata per i portali della Basilica di Santa Maria della Vittoria in San Vito dei Normanni. Il Santo Padre Giovanni Paolo II, nella Bolla di Indizione del Grande Giubileo del 2000, la Incarnationis Mysterium, parlando del segno della Porta Santa afferma: "Al pellegrinaggiosi accompagna il segno della Porta Santa. Essa evoca il passaggio che ogni cristiano è chiamato a compiere dal peccato alla grazia...

L'indicazione della porta richiama la responsabilità di ogni credente ad attraversarne la soglia. Passare per quella porta significa confessare che Gesù Cristo è il Signore, rinvigorendo la fede in lui per vivere la vita nuova che Egli ci ha donato. E' una decisione che suppone la libertà di scegliere ed insieme il coraggio di lasciare qualcosa, sapendo che si acquista la vita divina" (IM,n.8). Nelle chiese cristiane, pensiamo ad esempio alle abbazie romaniche o alle grandi cattedrali gotiche, il portale è elemento centrale di tutto l'edifìcio, luogo e momento altamente simbolico, annuncio della realtà che il fedele incontrerà all'interno della stessa chiesa e vivrà attraverso la liturgia:

l'incontro con Cristo morto e risorto, salvatore dell'uomo,che nel pellegrinaggio terreno lo chiama alla partecipazione piena della sua vita divina. Purtroppo questo profondo messaggio, collegato al segno della porta, è andato scomparendo, mentre si è trasformato l'ingresso della chiesa in un accesso del tutto insignificante sia dal punto di vista religioso che artistico. E perciò davvero significativa l'opera intrapresa dall'Arciprete Don Antonio Rosato, di dotare di due splendidi portali, la Porta del Giubileo e la Porta Santa, la Basilica di Santa Maria della Vittoria in San Vito dei Normanni.

A realizzare quest'opera è stato chiamato il Maestro Ernesto Lamagna, che con grande capacità artistica, non disgiunta da un profondo sentire cristiano, ha concepito i due portali come momento di grande riflessione e responsabilità per il cristiano che ne varca la soglia. La porta centrale, detta del Giubileo, presenta il mistero di Cristo morto e risorto. La scena della crocifissione è concepitacomemomentodi rivelazione di Dio Trinità: il velo del tempio si squarcia per rivelare il Dio della vita e della misericordia. A Lui si rivolgono i miseri della terra per essere accolti come veri figli. La tomba vuota è, poi, segno della resurrezione di Cristo, ma anche annuncio della resurrezione di tutti coloro che sperano e si affidano alla misericordia e alla bontà paterna di Dio.

La Porta del Giubileo, dunque, annuncia Cristo, vero salvatore dell'uomo, morto e risorto per la salvezza dell'uomo, di tutto l'uomo e di tutti gli uomini. La porta laterale, la Porta Santa, alterna motivi storici a motivi teologici. In essa vediamo una scena che si riferisce alla battaglia di Lepanto, che segnò la vittoria sui mori. Alcuni superstiti di San Vito dei Normanni vollero ringraziare la Vergine con la costruzione della Basilica dedicata, appunto, a Santa Maria della Vittoria. Maria con il Bambino è, dunque, raffigurata in un altro pannello della Porta Santa, mentre schiaccia il demonio sotto i suoi piedi. La porta, inoltre, è concepita come immagine di quella lotta fra bene e male, vita e morte che percorre tutta la storia dell'uomo.

Troviamo, così, il Cavaliere della Morte che semina lutti e l'Angelo della Vittoria che suona la tromba della vittoria, del giudizio di Dio che segna la sconfìtta definitiva del male e della morte. Non si può passare indifferenti davanti a questi portali. Le figure, altamente espressive ed evocative, inducono a pensare, a meditare, a soffermarsi sui misteri della vita, ma soprattutto a contemplare, con Maria, le meraviglie compiute dalla bontà di Dio, che in Cristo morto e risorto ci ha riaperto le porte della sua casa per farci partecipi del suo amore, della sua luce, della bellezza del suo volto, che luminoso risplende nel giorno senza tramonto.

Paul Poupard
Cardinale Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura